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Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
La crescita della depressione tra il 2005 e il 2015 non è legata solo all'aumento della popolazione mondiale, ma anche a quello dell'aspettativa di vita
A cura di Filomena Fotia
24 febbraio 2017

Un pianeta nella morsa della depressione. Il numero di persone depresse nel mondo è salito del 18% nell’ultimo decennio, arrivando a 322 milioni di persone: lo segnala l’Organizzazione mondiale della sanità, sollecitando una maggiore attenzione nei confronti dei gruppi di persone ad alto rischio. La crescita della depressione tra il 2005 e il 2015 non è legata solo all’aumento della popolazione mondiale, ma anche a quello dell’aspettativa di vita, segnala l’agenzia delle Nazioni Unite.
Il rischio di incappare in questa patologia, infatti, aumenta nelle fasi più avanzate della vita. In media il 5,1% delle donne e il 3,6% degli uomini è depresso, ma i tassi fra gli anziani salgono a circa il 7,5% nelle prime e il 5,5% tra i secondi. Ma le persone avanti negli anni non sono le sole meritevoli di particolare attenzione.
E’ importante intervenire anche nei confronti dei giovani, delle donne in attesa e delle neomamme, spiega l’autore dello studio, Dan Chisholm, ai giornalisti a Ginevra. E dal momento che le pressioni sociali sui bambini sono aumentate, gli insegnanti e gli psicologi dovrebbero – secondo gli esperti – insegnare loro strategie di difesa contro la depressione.
Anche perché la depressione incide pesantemente sulla qualità della vita delle persone, ed è responsabile del 7,5% degli anni di disabilità globale. Il pericolo di incappare in questa patologia aumenta infine in caso di povertà, disoccupazione, perdita di una persona amata, malattia fisica e abuso di sostanze.
A cura di Filomena Fotia
http://www.meteoweb.eu/2017/02/depressione-in-aumento-colpite-322-milioni-di-persone-nel-mondo/860707/
A cura di Filomena Fotia
24 febbraio 2017

Un pianeta nella morsa della depressione. Il numero di persone depresse nel mondo è salito del 18% nell’ultimo decennio, arrivando a 322 milioni di persone: lo segnala l’Organizzazione mondiale della sanità, sollecitando una maggiore attenzione nei confronti dei gruppi di persone ad alto rischio. La crescita della depressione tra il 2005 e il 2015 non è legata solo all’aumento della popolazione mondiale, ma anche a quello dell’aspettativa di vita, segnala l’agenzia delle Nazioni Unite.
Il rischio di incappare in questa patologia, infatti, aumenta nelle fasi più avanzate della vita. In media il 5,1% delle donne e il 3,6% degli uomini è depresso, ma i tassi fra gli anziani salgono a circa il 7,5% nelle prime e il 5,5% tra i secondi. Ma le persone avanti negli anni non sono le sole meritevoli di particolare attenzione.
E’ importante intervenire anche nei confronti dei giovani, delle donne in attesa e delle neomamme, spiega l’autore dello studio, Dan Chisholm, ai giornalisti a Ginevra. E dal momento che le pressioni sociali sui bambini sono aumentate, gli insegnanti e gli psicologi dovrebbero – secondo gli esperti – insegnare loro strategie di difesa contro la depressione.
Anche perché la depressione incide pesantemente sulla qualità della vita delle persone, ed è responsabile del 7,5% degli anni di disabilità globale. Il pericolo di incappare in questa patologia aumenta infine in caso di povertà, disoccupazione, perdita di una persona amata, malattia fisica e abuso di sostanze.
A cura di Filomena Fotia
http://www.meteoweb.eu/2017/02/depressione-in-aumento-colpite-322-milioni-di-persone-nel-mondo/860707/
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La crescita della depressione tra il 2005 e il 2015 non è legata solo all'aumento della popolazione mondiale, ma anche a quello...

Discussione
24/02/2017 10:01:14
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Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
@AbbaZuzzu09 :
In tutto il mondo colpisce 350 milioni di persone e provoca 850.000 morti ogni anno. Secondo alcune stime nel 2020 rappresenterà la seconda causa di disabilità lavorativa, anche perché la stretta correlazione tra perdita del lavoro, povertà e malattia è dimostrata scientificamente, con una crescita dello 0,79% del tasso di suicidi per ogni aumento dell'1% nel tasso di disoccupazione. Eppure con la giusta diagnosi, un trattamento farmacologico e la comprensione della società si può quasi sempre guarire

Costi economici e sociali esorbitanti
di SARA FICOCELLI
ROMA - Il conto alla rovescia è iniziato ormai da 10 anni, ma pochi in Italia se ne sono accorti. Entro il 2020, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che diede il primo allarme nel 2004, i disturbi depressivi diventeranno la seconda causa di "disabilità lavorativa" dopo le malattie cardiovascolari. Nel frattempo, per colpa della crisi economica, la situazione è drammaticamente peggiorata. E se prima l'età media di insorgenza della malattia era tra i 20 e i 40 anni, oggi sono in aumento le manifestazioni precoci o tardive (in adolescenza o dopo i 50 anni). Circa il 20% della popolazione mondiale presenta, secondo l'Oms, un quadro di "umore instabile" al quale è obbligatorio prestare la massima attenzione.
Ecco perché l'Italia, insieme a Belgio, Francia, Spagna, Germania, Regno Unito, Svizzera, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Portogallo, Grecia, Serbia e Croazia, da 10 anni dedica alla depressione una giornata di sensibilizzazione internazionale, che si svolge questo sabato 18 ottobre. "La prima edizione, nel 2004 - spiega Giuseppe Tavormina, presidente del Centro Studi Psichiatrici, segretario generale dell'Associazione Italiana sulla Depressione - EDA Italia Onlus - ha avuto come tema proprio 'Conto alla rovescia al 2020', una 'sfida' che abbiamo voluto fare nei confronti della malattia. Il focus del 2014, 'Amore e depressione', è invece dedicato alle problematiche familiari e di coppia che scaturiscono dalla patologia".
L'Oms ha diffuso, poche settimane fa, un video, "Living with a black dog", proprio per spiegare cosa significa vivere con la malattia che colpisce indistintamente chiunque: 2,6 milioni di persone in Italia, oltre 350 milioni nel mondo. Un disturbo debilitante ma curabile, che secondo uno studio del Northwestern University Feinberg School of Medicine di Chicago del 2014 sarebbe addirittura possibile diagnosticare in anticipo grazie a un esame del sangue basato sulla ricerca di nove molecole. Eda Italia ha coordinato inoltre la pubblicazione di un libro guida sui disturbi depressivi dal titolo "Luce sul male oscuro" (Sardini editore, 2013) scritto da Giuseppe Tavormina et altri, con prefazione di Sergio Angeletti.
"E' una malattia vera e propria - spiega Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano - uno squilibrio dell'umore caratterizzato da sentimenti di tristezza di diversa gravità, da senso di inadeguatezza, mancanza di speranza, sensazione di malessere profondo, sensi di colpa e dubbi. Temporanei momenti di sconforto e melanconia sono comuni a tutti gli esseri umani, ma occasionali e di breve durata. Persone addolorate per una perdita o un lutto possono sperimentare sintomi depressivi per poi tornare alla piena normalità dopo qualche settimana. Ma quando tristezza, sfiducia e sconforto durano nel tempo o sono intensi e gravi, e comportano notevoli e significative ripercussioni sulla vita sociale e lavorativa, siamo in presenza di una depressione clinica". Il decorso spontaneo avviene in un arco di tempo che varia dai 6 mesi a qualche anno. Pensare di poter guarire da soli, senza utilizzare le moderne terapie farmacologiche o ricorrere a un terapista, prolunga inutilmente il periodo di sofferenza.
In tutto il mondo colpisce 350 milioni di persone e provoca 850.000 morti ogni anno. Secondo alcune stime nel 2020 rappresenterà la seconda causa di disabilità lavorativa, anche perché la stretta correlazione tra perdita del lavoro, povertà e malattia è dimostrata scientificamente, con una crescita dello 0,79% del tasso di suicidi per ogni aumento dell'1% nel tasso di disoccupazione. Eppure con la giusta diagnosi, un trattamento farmacologico e la comprensione della società si può quasi sempre guarire

Costi economici e sociali esorbitanti
di SARA FICOCELLI
ROMA - Il conto alla rovescia è iniziato ormai da 10 anni, ma pochi in Italia se ne sono accorti. Entro il 2020, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che diede il primo allarme nel 2004, i disturbi depressivi diventeranno la seconda causa di "disabilità lavorativa" dopo le malattie cardiovascolari. Nel frattempo, per colpa della crisi economica, la situazione è drammaticamente peggiorata. E se prima l'età media di insorgenza della malattia era tra i 20 e i 40 anni, oggi sono in aumento le manifestazioni precoci o tardive (in adolescenza o dopo i 50 anni). Circa il 20% della popolazione mondiale presenta, secondo l'Oms, un quadro di "umore instabile" al quale è obbligatorio prestare la massima attenzione.
Ecco perché l'Italia, insieme a Belgio, Francia, Spagna, Germania, Regno Unito, Svizzera, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Portogallo, Grecia, Serbia e Croazia, da 10 anni dedica alla depressione una giornata di sensibilizzazione internazionale, che si svolge questo sabato 18 ottobre. "La prima edizione, nel 2004 - spiega Giuseppe Tavormina, presidente del Centro Studi Psichiatrici, segretario generale dell'Associazione Italiana sulla Depressione - EDA Italia Onlus - ha avuto come tema proprio 'Conto alla rovescia al 2020', una 'sfida' che abbiamo voluto fare nei confronti della malattia. Il focus del 2014, 'Amore e depressione', è invece dedicato alle problematiche familiari e di coppia che scaturiscono dalla patologia".
L'Oms ha diffuso, poche settimane fa, un video, "Living with a black dog", proprio per spiegare cosa significa vivere con la malattia che colpisce indistintamente chiunque: 2,6 milioni di persone in Italia, oltre 350 milioni nel mondo. Un disturbo debilitante ma curabile, che secondo uno studio del Northwestern University Feinberg School of Medicine di Chicago del 2014 sarebbe addirittura possibile diagnosticare in anticipo grazie a un esame del sangue basato sulla ricerca di nove molecole. Eda Italia ha coordinato inoltre la pubblicazione di un libro guida sui disturbi depressivi dal titolo "Luce sul male oscuro" (Sardini editore, 2013) scritto da Giuseppe Tavormina et altri, con prefazione di Sergio Angeletti.
"E' una malattia vera e propria - spiega Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano - uno squilibrio dell'umore caratterizzato da sentimenti di tristezza di diversa gravità, da senso di inadeguatezza, mancanza di speranza, sensazione di malessere profondo, sensi di colpa e dubbi. Temporanei momenti di sconforto e melanconia sono comuni a tutti gli esseri umani, ma occasionali e di breve durata. Persone addolorate per una perdita o un lutto possono sperimentare sintomi depressivi per poi tornare alla piena normalità dopo qualche settimana. Ma quando tristezza, sfiducia e sconforto durano nel tempo o sono intensi e gravi, e comportano notevoli e significative ripercussioni sulla vita sociale e lavorativa, siamo in presenza di una depressione clinica". Il decorso spontaneo avviene in un arco di tempo che varia dai 6 mesi a qualche anno. Pensare di poter guarire da soli, senza utilizzare le moderne terapie farmacologiche o ricorrere a un terapista, prolunga inutilmente il periodo di sofferenza.
13304130
@AbbaZuzzu09 : In tutto il mondo colpisce 350 milioni di persone e provoca 850.000 morti ogni anno. Secondo alcune stime nel 2020...

Risposta
24/02/2017 13:23:15
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Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
@Sgrinfia08
"I disturbi dello 'spettro bipolare dell'umore' - continua Tavormina - sono molto diffusi, più di quanto si pensi, e si tratta di patologie spesso sottovalutate, non diagnosticate o mal curate; non fare adeguatamente diagnosi e trattamento può portare a varie problematiche di salute pubblica, con conseguenze anche serie come abusi di sostanze, crisi lavorative, rischi suicidari, stupri".
L'impatto sul lavoro. Secondo il report internazionale Impact of Depression at Work in Europe Audit, in Europa un dipendente su 10 ha perso il lavoro perché affetto da depressione e in tutto a causa della malattia sono state perse oltre 21.000 giornate di lavoro. Un lavoratore su dieci in Europa ha preso permessi perché depresso: i costi della malattia nell'Unione Europea sono stati stimati in 92 miliardi di euro nel 2010, con una perdita di produttività dovuta all'assenteismo e al 'presenteismo' (essere presenti sul lavoro mentre si è malati), che rappresenta oltre il 50% di tutti i costi legati alla malattia". Nel 2012 il centro Ipsos Mori ha condotto una valutazione europea su oltre 7.065 adulti fra 16 e 64 anni, operai o manager, che avevano lavorato nei precedenti 12 mesi: dai risultati, è emerso che il 20% era malato di depressione.
850.000 morti ogni anno. "In Italia - spiega Luigi Janiri, dirigente Medico Consultazione psichiatrica (UOC) del Gemelli di Roma - la prevalenza della depressione maggiore e della distimia (una forma di malattia cronica) nell'arco della vita è dell'11,2% (14,9% nelle donne e 7,2% negli uomini). Negli Stati Uniti, da cui proviene il Manuale Diagnostico del DSM-5, si riporta una stima della depressione maggiore (escluse quindi le forme lievi, a prevalente componente ansiosa o nevrotica, e le reazioni di disadattamento) del 7% nella popolazione generale, dato che può però triplicarsi nella fascia d'età giovanile fino a 30 anni e nel sesso femminile. Nella sua forma più grave la depressione può portare al suicidio ed è responsabile di 850.000 morti ogni anno".
"Secondo gli studi - aggiunge Mauro Mauri, Direttore Clinica Psichiatrica II Università di Pisa (AOUP) la frequenza della malattia è doppia nel sesso femminile. Sulla popolazione italiana, le ricerche più accreditate rivelano che la probabilità di ammalarsi nel corso della vita è del 6,5% nei maschi e del 13,4% nelle femmine e in generale le donne hanno un rischio quasi doppio di essere colpite (64% vs 36%). Va infine considerato che spesso i casi di depressione non vengono tempestivamente diagnosticati, per cui i dati sono sottostimati, e che tra l'esordio dei sintomi e la diagnosi spesso corrono 3-4 anni".
L'importanza dello Stato. La Società Italiana di Psichiatria ha più volte chiesto al governo di non effettuare tagli ai costi riservati alla salute mentale, ma semmai di potenziare i servizi a favore, come hanno fatto paesi del nord Europa dalla Svezia alla Finlandia. Dove tale potenziamento è stato ignorato, come in Spagna, ogni aumento dell'1% nel tasso di disoccupazione ha portato una crescita dello 0,79% dei suicidi. "Le persone con difficoltà finanziarie sono da 2 a 4 volte più a rischio di sviluppare depressione in un periodo di 18 mesi rispetto alle altre - spiega Janiri - L'indebitamento e la disoccupazione contribuiscono fortemente a questo malessere, di cui l'aumento del tasso dei suicidi è solo uno dei drammatici indicatori. Altri studi, effettuati in Grecia, in Spagna e anche in Italia, confermano l'attualità del legame tra la crisi e la depressione".
Di contro, laddove vengono adottate buone pratiche di protezione sociale, i casi di malattia e di suicidio diminuiscono. Eppure, nonostante questi siano ormai dati acquisiti, molti paesi europei, di fronte alla pressione della comunità finanziaria internazionale che spinge a una riduzione dei costi, operano tagli drastici a danno del servizio sanitario nazionale: un esempio per tutti, la Grecia, che tra l'altro ha effettuato queste manovre economiche a fronte di un aumento della richiesta dei servizi di salute mentale. E' stato calcolato, spiega ancora Mencacci, che nell'Unione Europea, per ogni 100 euro pro capite spesi in programmi di supporto alla famiglia, si ha una riduzione dello 0,2% del legame tra disoccupazione e suicidio, senza contare gli studi che dimostrano come interventi di supporto finalizzati al benessere di genitori e figli abbiano una vera e propria azione preventiva rispetto ai casi di patologia, con un guadagno di lungo periodo superiore rispetto ai costi di breve periodo.
Ma allora per quale motivo l'Europa tutta e l'Italia in particolare non investono seriamente nei servizi a favore della prevenzione? "Una ragione - conclude Mencacci - sta nello stigma ancora purtroppo associato alla patologia psichiatrica. Ridurre i livelli di stigma è dunque una priorità, perché questo impatta in modo disarmante sulla volontà della pubblica opinione di investire in servizi di salute mentale".
Il legame con la cronaca. Spesso la depressione, accanto alla psicosi, è responsabile di efferati delitti: pensiamo a quella post-partum con infanticidio o alle stragi familiari che spesso si concludono con il suicidio dell'autore della strage. "In questi casi - spiega Janiri - si ipotizza che gli omicidi compiuti rappresentino una sorta di 'suicidio allargato' alle persone amate e che si voglia, in modo delirante, proteggere le vittime da un mondo esterno 'cattivo'. Spesso nella storia di questi autori di delitti si ritrovano eventi o situazioni traumatiche nell'infanzia o anche in tempi recenti (un esempio per tutti, i veterani delle guerre americane con disturbo da stress post-traumatico)". Chiaramente, le persone affette da depressione che vivono in paesi con un elevato livello di stigmatizzazione della malattia, considerata spesso come socialmente pericolosa, corrono un rischio molto più alto di andare in tilt. "Ecco perché, in molti casi - spiega Mencacci - la depressione si lega a doppio filo a condotte suicidarie, specialmente se il soggetto vive in solitudine o si sente, in quel periodo della sua vita, abbandonato a se stesso".
"I disturbi dello 'spettro bipolare dell'umore' - continua Tavormina - sono molto diffusi, più di quanto si pensi, e si tratta di patologie spesso sottovalutate, non diagnosticate o mal curate; non fare adeguatamente diagnosi e trattamento può portare a varie problematiche di salute pubblica, con conseguenze anche serie come abusi di sostanze, crisi lavorative, rischi suicidari, stupri".
L'impatto sul lavoro. Secondo il report internazionale Impact of Depression at Work in Europe Audit, in Europa un dipendente su 10 ha perso il lavoro perché affetto da depressione e in tutto a causa della malattia sono state perse oltre 21.000 giornate di lavoro. Un lavoratore su dieci in Europa ha preso permessi perché depresso: i costi della malattia nell'Unione Europea sono stati stimati in 92 miliardi di euro nel 2010, con una perdita di produttività dovuta all'assenteismo e al 'presenteismo' (essere presenti sul lavoro mentre si è malati), che rappresenta oltre il 50% di tutti i costi legati alla malattia". Nel 2012 il centro Ipsos Mori ha condotto una valutazione europea su oltre 7.065 adulti fra 16 e 64 anni, operai o manager, che avevano lavorato nei precedenti 12 mesi: dai risultati, è emerso che il 20% era malato di depressione.
850.000 morti ogni anno. "In Italia - spiega Luigi Janiri, dirigente Medico Consultazione psichiatrica (UOC) del Gemelli di Roma - la prevalenza della depressione maggiore e della distimia (una forma di malattia cronica) nell'arco della vita è dell'11,2% (14,9% nelle donne e 7,2% negli uomini). Negli Stati Uniti, da cui proviene il Manuale Diagnostico del DSM-5, si riporta una stima della depressione maggiore (escluse quindi le forme lievi, a prevalente componente ansiosa o nevrotica, e le reazioni di disadattamento) del 7% nella popolazione generale, dato che può però triplicarsi nella fascia d'età giovanile fino a 30 anni e nel sesso femminile. Nella sua forma più grave la depressione può portare al suicidio ed è responsabile di 850.000 morti ogni anno".
"Secondo gli studi - aggiunge Mauro Mauri, Direttore Clinica Psichiatrica II Università di Pisa (AOUP) la frequenza della malattia è doppia nel sesso femminile. Sulla popolazione italiana, le ricerche più accreditate rivelano che la probabilità di ammalarsi nel corso della vita è del 6,5% nei maschi e del 13,4% nelle femmine e in generale le donne hanno un rischio quasi doppio di essere colpite (64% vs 36%). Va infine considerato che spesso i casi di depressione non vengono tempestivamente diagnosticati, per cui i dati sono sottostimati, e che tra l'esordio dei sintomi e la diagnosi spesso corrono 3-4 anni".
L'importanza dello Stato. La Società Italiana di Psichiatria ha più volte chiesto al governo di non effettuare tagli ai costi riservati alla salute mentale, ma semmai di potenziare i servizi a favore, come hanno fatto paesi del nord Europa dalla Svezia alla Finlandia. Dove tale potenziamento è stato ignorato, come in Spagna, ogni aumento dell'1% nel tasso di disoccupazione ha portato una crescita dello 0,79% dei suicidi. "Le persone con difficoltà finanziarie sono da 2 a 4 volte più a rischio di sviluppare depressione in un periodo di 18 mesi rispetto alle altre - spiega Janiri - L'indebitamento e la disoccupazione contribuiscono fortemente a questo malessere, di cui l'aumento del tasso dei suicidi è solo uno dei drammatici indicatori. Altri studi, effettuati in Grecia, in Spagna e anche in Italia, confermano l'attualità del legame tra la crisi e la depressione".
Di contro, laddove vengono adottate buone pratiche di protezione sociale, i casi di malattia e di suicidio diminuiscono. Eppure, nonostante questi siano ormai dati acquisiti, molti paesi europei, di fronte alla pressione della comunità finanziaria internazionale che spinge a una riduzione dei costi, operano tagli drastici a danno del servizio sanitario nazionale: un esempio per tutti, la Grecia, che tra l'altro ha effettuato queste manovre economiche a fronte di un aumento della richiesta dei servizi di salute mentale. E' stato calcolato, spiega ancora Mencacci, che nell'Unione Europea, per ogni 100 euro pro capite spesi in programmi di supporto alla famiglia, si ha una riduzione dello 0,2% del legame tra disoccupazione e suicidio, senza contare gli studi che dimostrano come interventi di supporto finalizzati al benessere di genitori e figli abbiano una vera e propria azione preventiva rispetto ai casi di patologia, con un guadagno di lungo periodo superiore rispetto ai costi di breve periodo.
Ma allora per quale motivo l'Europa tutta e l'Italia in particolare non investono seriamente nei servizi a favore della prevenzione? "Una ragione - conclude Mencacci - sta nello stigma ancora purtroppo associato alla patologia psichiatrica. Ridurre i livelli di stigma è dunque una priorità, perché questo impatta in modo disarmante sulla volontà della pubblica opinione di investire in servizi di salute mentale".
Il legame con la cronaca. Spesso la depressione, accanto alla psicosi, è responsabile di efferati delitti: pensiamo a quella post-partum con infanticidio o alle stragi familiari che spesso si concludono con il suicidio dell'autore della strage. "In questi casi - spiega Janiri - si ipotizza che gli omicidi compiuti rappresentino una sorta di 'suicidio allargato' alle persone amate e che si voglia, in modo delirante, proteggere le vittime da un mondo esterno 'cattivo'. Spesso nella storia di questi autori di delitti si ritrovano eventi o situazioni traumatiche nell'infanzia o anche in tempi recenti (un esempio per tutti, i veterani delle guerre americane con disturbo da stress post-traumatico)". Chiaramente, le persone affette da depressione che vivono in paesi con un elevato livello di stigmatizzazione della malattia, considerata spesso come socialmente pericolosa, corrono un rischio molto più alto di andare in tilt. "Ecco perché, in molti casi - spiega Mencacci - la depressione si lega a doppio filo a condotte suicidarie, specialmente se il soggetto vive in solitudine o si sente, in quel periodo della sua vita, abbandonato a se stesso".
13304132
@Sgrinfia08 "I disturbi dello 'spettro bipolare dell'umore' - continua Tavormina - sono molto diffusi, più di quanto si pensi, e...

Risposta
24/02/2017 13:24:39
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Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
@Sgrinfia08
Un trend pericoloso: la "psichiatria cosmetica". I dati dell'Osservatorio nazionale sull'impiego di farmaci nel 2011, pubblicati nel luglio 2012, indicano che, a partire dall'inizio degli anni 2000, il trend delle prescrizioni di antidepressivi è in costante aumento di anno in anno. "Nello studio che ho menzionato prima, pubblicato quest'anno - continua Mauri - emerge che l'82% dei pazienti depressi è in terapia solamente farmacologica, mentre il 14 % si cura sia con farmaci che con la psicoterapia. Va comunque ricordato che solo il 25% in Europa riceve adeguato trattamento per la depressione di cui soffre".
L'introduzione di antidepressivi sempre più mirati alla cura delle varie forme di depressione e con sempre meno effetti collaterali, congiuntamente all'espansione del fenomeno depressivo (in parte dovuto alla sua maggiore riconoscibilità e diagnosticabilità), sta conducendo a una maggiore diffusione dell'uso di questi prodotti. "Oggi in Italia gli antidepressivi delle generazioni successive a quella dei vecchi triciclici e IMAO sono spesso prescritti anche dai medici di base - spiega Janiri - e talvolta con una certa disinvoltura se non leggerezza. Gli psicofarmaci antidepressivi delle nuove generazioni, inoltre, sono indicati anche per diversi disturbi d'ansia e del comportamento, cosicché molte persone li assumono per periodi più lunghi di quelli indicati per la sola depressione. Tutto ciò comporta il rischio di un uso di psicofarmaci tendente alla 'psichiatria cosmetica', cioè all'assunzione di essi per scopi non precisamente e chiaramente terapeutici, ma come 'pillole della felicità', come mezzi di restyling della propria personalità, come rafforzatori d'immagine, come integratori psichici a lungo termine. Tali impieghi configurano ovviamente un uso improprio, se non un abuso di psicofarmaci, che già si intravede nel mercato 'grigio' su Internet. Infine un uso così diffuso e prolungato di antidepressivi sta producendo l'effetto di aumentare i casi di disturbo bipolare indotto o 'innescato' ".
I centri di eccellenza in Italia. In Italia, i centri più accreditati per la cura della depressione sono il Day Hospital del Policlinico Gemelli di Roma, il Centro Ansia e Depressione Donna della Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli-Oftalmico-Melloni di Milano, la Clinica Psichiatrica dell'Università di Pisa, l'Ospedale S. Andrea di Roma, la Clinica Psichiatrica della Seconda Università di Napoli, la Clinica Psichiatrica dell'Università di Cagliari, la Clinica Psichiatrica dell'Università di Catania, la Clinica Psichiatrica dell'Università di Torino, senza dimenticare i molti servizi territoriali dei Dipartimenti di Salute Mentale che offrono sempre più numerosi e accurati trattamenti per i disturbi affettivi e, in particolare, per la depressione, una bestia nera che con le giuste terapie si può certamente sconfiggere.
Un trend pericoloso: la "psichiatria cosmetica". I dati dell'Osservatorio nazionale sull'impiego di farmaci nel 2011, pubblicati nel luglio 2012, indicano che, a partire dall'inizio degli anni 2000, il trend delle prescrizioni di antidepressivi è in costante aumento di anno in anno. "Nello studio che ho menzionato prima, pubblicato quest'anno - continua Mauri - emerge che l'82% dei pazienti depressi è in terapia solamente farmacologica, mentre il 14 % si cura sia con farmaci che con la psicoterapia. Va comunque ricordato che solo il 25% in Europa riceve adeguato trattamento per la depressione di cui soffre".
L'introduzione di antidepressivi sempre più mirati alla cura delle varie forme di depressione e con sempre meno effetti collaterali, congiuntamente all'espansione del fenomeno depressivo (in parte dovuto alla sua maggiore riconoscibilità e diagnosticabilità), sta conducendo a una maggiore diffusione dell'uso di questi prodotti. "Oggi in Italia gli antidepressivi delle generazioni successive a quella dei vecchi triciclici e IMAO sono spesso prescritti anche dai medici di base - spiega Janiri - e talvolta con una certa disinvoltura se non leggerezza. Gli psicofarmaci antidepressivi delle nuove generazioni, inoltre, sono indicati anche per diversi disturbi d'ansia e del comportamento, cosicché molte persone li assumono per periodi più lunghi di quelli indicati per la sola depressione. Tutto ciò comporta il rischio di un uso di psicofarmaci tendente alla 'psichiatria cosmetica', cioè all'assunzione di essi per scopi non precisamente e chiaramente terapeutici, ma come 'pillole della felicità', come mezzi di restyling della propria personalità, come rafforzatori d'immagine, come integratori psichici a lungo termine. Tali impieghi configurano ovviamente un uso improprio, se non un abuso di psicofarmaci, che già si intravede nel mercato 'grigio' su Internet. Infine un uso così diffuso e prolungato di antidepressivi sta producendo l'effetto di aumentare i casi di disturbo bipolare indotto o 'innescato' ".
I centri di eccellenza in Italia. In Italia, i centri più accreditati per la cura della depressione sono il Day Hospital del Policlinico Gemelli di Roma, il Centro Ansia e Depressione Donna della Azienda Ospedaliera Fatebenefratelli-Oftalmico-Melloni di Milano, la Clinica Psichiatrica dell'Università di Pisa, l'Ospedale S. Andrea di Roma, la Clinica Psichiatrica della Seconda Università di Napoli, la Clinica Psichiatrica dell'Università di Cagliari, la Clinica Psichiatrica dell'Università di Catania, la Clinica Psichiatrica dell'Università di Torino, senza dimenticare i molti servizi territoriali dei Dipartimenti di Salute Mentale che offrono sempre più numerosi e accurati trattamenti per i disturbi affettivi e, in particolare, per la depressione, una bestia nera che con le giuste terapie si può certamente sconfiggere.
13304133
@Sgrinfia08 Un trend pericoloso: la "psichiatria cosmetica". I dati dell'Osservatorio nazionale sull'impiego di farmaci nel 2011,...

Risposta
24/02/2017 13:25:56
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Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
@Sgrinfia08
Il vocabolario del malessere
di SARA FICOCELLI
A come Ansia. Ansia e depressione: due termini spesso abusati: è bene imparare a riconoscere i due disturbi, pur ricordando che talvolta possono sovrapporsi. L'ansioso sa di essere malato, va spesso dal medico, tende ad abusare dei farmaci. Il depresso spesso ignora il proprio problema, esita a consultare il medico e non crede alle terapie. Se il suo stato è grave prova un desiderio di morte.
B come Bipolare. Il decorso del disturbo bipolare è caratterizzato da episodi sia depressivi che di eccitamento maniacale, durante i quali le persone possono diventare estremamente attive, irritabili, euforiche, iperattive, logorroiche o spendere soldi in modo irresponsabile (episodio maniacale).
C come Cause. Si può avere una depressione da stress, da malattie organiche, da farmaci. Non vi è quindi un unico fattore determinante quanto una combinazione di concause. Determinate condizioni di vita, come uno stress esasperato, un dolore, troppi alcolici, abuso di droghe, possono "slatentizzare" una tendenza psicologica o biologica verso la malattia (si parla di "modello della vulnerabilità"). Altre forme sono collegate a una forte componente esterna e ambientale e ad eventi spiacevoli (perdita, lutto, separazione da una persona amata, disoccupazione, malattie, isolamento sociale e affettivo) e a come questi momenti vengono affrontati.
D come Distimia. Presenta sintomi analoghi alla depressione ma meno gravi come intensità, sebbene più persistenti nel tempo (con una durata minima di due anni). Chi soffre di distimia non ha entusiasmo per la vita e conduce un'esistenza faticosa e senza gioia.
E come Episodio Depressivo Maggiore. Si manifesta con sintomi depressivi di una certa gravità che durano almeno due settimane, tutti i giorni, per buona parte del giorno. Questa forma di depressione coinvolge l'intera vita della persona, dagli affetti, al lavoro, alla vita quotidiana, ai sentimenti. Non è rintracciabile un'apparente causa esterna.
F come Farmaci. La terapia farmacologica rappresenta sempre più la terapia cardine del trattamento della depressione e tale da far considerare gli altri tipi di trattamento, anche se efficaci, più come una integrazione che come un sostituto dei farmaci.
G come Genetica. E' stata riconosciuta una componente familiare, e quindi un'eredità genetica, nell'incidenza della depressione. Indicativamente c'è un rischio di ammalarsi del 10%-13% più alto (due volte il rischio della popolazione generale) per il figlio di un soggetto affetto da Depressione Maggiore e del 20%-25% se il congiunto soffre di Disturbo Bipolare.
I come Integrazione delle cure. Oltre a quello farmacologico vi sono oggi disponibili altri trattamenti, come la psicoterapia, la terapia integrata psicofarmaco psicoterapica, la terapia somatiche (elettroconvulsivante), la terapia con luce bianca. Ognuno di questi approcci ha specifiche prescrizioni: ad esempio il trattamento farmacologico e psicoterapico, integrati tra loro, hanno un tasso di successo dal 60 all'80%.
L come Luce bianca (light therapy). Si tratta di un approccio poco utilizzato nel nostro paese ed indicato per le forme ad andamento stagionale di tipo lieve o moderato.
M come Medico di Medicina Generale. Spesso è colui che per primo riscontra segni clinici suggestivi di depressione. Può avviare il trattamento o indirizzare dallo specialista.
N come Neurologo. Pur avendo una formazione prevalentemente organica, può impostare una corretta diagnosi e terapia
O come Organizzazione Mondiale della Sanità. L'Omg raccomanda di iniziare una terapia di mantenimento per 5-9 mesi, dopo la scomparsa dei primi sintomi depressivi, se la persona ha avuto tre episodi depressivi di cui almeno due negli ultimi cinque anni. Con questa strategia si sono ridotti del 50% i rischi di ricaduta.
P come Psichiatra e Psicologo. Il primo è specializzato nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi psichici e in particolare delle forme cosiddette maggiori. È consigliato che lo psicologo collabori sempre con uno specialista in psichiatria per le cure farmacologiche.
Q come Quando e Quanto ci si ammala. La depressione è una malattia molto frequente, con differenze tra i sessi e a seconda delle fasi dell'esistenza. Nell'arco della vita si stima che circa il 15-20% della popolazione mondiale avrà un episodio depressivo clinicamente significativo. La depressione è 2-4 volte più frequente nelle donne e rispetto agli uomini queste tendono a riferire un maggior numero di sintomi.
R come Ricorrenza. In alcuni casi l'assenza di terapie adeguate facilita la tendenza alla cronicizzazione del disturbo. Il rischio di nuovi episodi (detto "ricorrenza") è circa del 50% dopo il primo episodio e l'eventualità che si instauri un andamento con episodi più frequenti aumenta con l'età o con abuso di alcol e droghe.
S come Suicidio. Il suicidio e il tentativo di suicidio sono eventi che si possono manifestare in percentuali pari al 15% delle persone affette da depressione maggiore, se non trattate farmacologicamente.
T come Tempestività e Tenacia. La depressione si può curare: come? La ricerca scientifica dimostra che un'alta percentuale di persone che soffrono di depressione (circa il 70%) risponde positivamente ai trattamenti quando la malattia viene individuata per tempo.
U come Umiltà. Chi soffre di depressione non deve vergognarsi a chiedere agli amici aiuto, comprensione e pazienza. Parlare con loro del proprio stato d'animo, delle cure, e trascorrete del tempo in loro compagnia, è sempre salutare. Nessuno può uscirne da solo.
V come Vicinanza e Valorizzazione. Se avete un amico che soffre di depressione, aiutatelo ad organizzarsi nelle sue attività, ma non aspettatevi che possa guarire in pochi giorni. Non accusatelo mai di essere pigro o di fingere di essere malato, non aspettatevi che possa liberarsi da solo della sua malattia con "un po' di buona volontà...". Non cercate di "tirarlo su". Mantenete un atteggiamento e un comportamento positivo ed improntato a delle realistiche speranze.
Z come Zafferano e altri metodi naturali. Sono in corso studi scientifici interessanti sull'uso di prodotti fitoterapici come l'iperico o lo zafferano, efficaci nel regolare la serotonina, e sui benefici derivanti dall'utilizzo di tecniche di respirazione Yoga.
Il vocabolario del malessere
di SARA FICOCELLI
A come Ansia. Ansia e depressione: due termini spesso abusati: è bene imparare a riconoscere i due disturbi, pur ricordando che talvolta possono sovrapporsi. L'ansioso sa di essere malato, va spesso dal medico, tende ad abusare dei farmaci. Il depresso spesso ignora il proprio problema, esita a consultare il medico e non crede alle terapie. Se il suo stato è grave prova un desiderio di morte.
B come Bipolare. Il decorso del disturbo bipolare è caratterizzato da episodi sia depressivi che di eccitamento maniacale, durante i quali le persone possono diventare estremamente attive, irritabili, euforiche, iperattive, logorroiche o spendere soldi in modo irresponsabile (episodio maniacale).
C come Cause. Si può avere una depressione da stress, da malattie organiche, da farmaci. Non vi è quindi un unico fattore determinante quanto una combinazione di concause. Determinate condizioni di vita, come uno stress esasperato, un dolore, troppi alcolici, abuso di droghe, possono "slatentizzare" una tendenza psicologica o biologica verso la malattia (si parla di "modello della vulnerabilità"). Altre forme sono collegate a una forte componente esterna e ambientale e ad eventi spiacevoli (perdita, lutto, separazione da una persona amata, disoccupazione, malattie, isolamento sociale e affettivo) e a come questi momenti vengono affrontati.
D come Distimia. Presenta sintomi analoghi alla depressione ma meno gravi come intensità, sebbene più persistenti nel tempo (con una durata minima di due anni). Chi soffre di distimia non ha entusiasmo per la vita e conduce un'esistenza faticosa e senza gioia.
E come Episodio Depressivo Maggiore. Si manifesta con sintomi depressivi di una certa gravità che durano almeno due settimane, tutti i giorni, per buona parte del giorno. Questa forma di depressione coinvolge l'intera vita della persona, dagli affetti, al lavoro, alla vita quotidiana, ai sentimenti. Non è rintracciabile un'apparente causa esterna.
F come Farmaci. La terapia farmacologica rappresenta sempre più la terapia cardine del trattamento della depressione e tale da far considerare gli altri tipi di trattamento, anche se efficaci, più come una integrazione che come un sostituto dei farmaci.
G come Genetica. E' stata riconosciuta una componente familiare, e quindi un'eredità genetica, nell'incidenza della depressione. Indicativamente c'è un rischio di ammalarsi del 10%-13% più alto (due volte il rischio della popolazione generale) per il figlio di un soggetto affetto da Depressione Maggiore e del 20%-25% se il congiunto soffre di Disturbo Bipolare.
I come Integrazione delle cure. Oltre a quello farmacologico vi sono oggi disponibili altri trattamenti, come la psicoterapia, la terapia integrata psicofarmaco psicoterapica, la terapia somatiche (elettroconvulsivante), la terapia con luce bianca. Ognuno di questi approcci ha specifiche prescrizioni: ad esempio il trattamento farmacologico e psicoterapico, integrati tra loro, hanno un tasso di successo dal 60 all'80%.
L come Luce bianca (light therapy). Si tratta di un approccio poco utilizzato nel nostro paese ed indicato per le forme ad andamento stagionale di tipo lieve o moderato.
M come Medico di Medicina Generale. Spesso è colui che per primo riscontra segni clinici suggestivi di depressione. Può avviare il trattamento o indirizzare dallo specialista.
N come Neurologo. Pur avendo una formazione prevalentemente organica, può impostare una corretta diagnosi e terapia
O come Organizzazione Mondiale della Sanità. L'Omg raccomanda di iniziare una terapia di mantenimento per 5-9 mesi, dopo la scomparsa dei primi sintomi depressivi, se la persona ha avuto tre episodi depressivi di cui almeno due negli ultimi cinque anni. Con questa strategia si sono ridotti del 50% i rischi di ricaduta.
P come Psichiatra e Psicologo. Il primo è specializzato nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi psichici e in particolare delle forme cosiddette maggiori. È consigliato che lo psicologo collabori sempre con uno specialista in psichiatria per le cure farmacologiche.
Q come Quando e Quanto ci si ammala. La depressione è una malattia molto frequente, con differenze tra i sessi e a seconda delle fasi dell'esistenza. Nell'arco della vita si stima che circa il 15-20% della popolazione mondiale avrà un episodio depressivo clinicamente significativo. La depressione è 2-4 volte più frequente nelle donne e rispetto agli uomini queste tendono a riferire un maggior numero di sintomi.
R come Ricorrenza. In alcuni casi l'assenza di terapie adeguate facilita la tendenza alla cronicizzazione del disturbo. Il rischio di nuovi episodi (detto "ricorrenza") è circa del 50% dopo il primo episodio e l'eventualità che si instauri un andamento con episodi più frequenti aumenta con l'età o con abuso di alcol e droghe.
S come Suicidio. Il suicidio e il tentativo di suicidio sono eventi che si possono manifestare in percentuali pari al 15% delle persone affette da depressione maggiore, se non trattate farmacologicamente.
T come Tempestività e Tenacia. La depressione si può curare: come? La ricerca scientifica dimostra che un'alta percentuale di persone che soffrono di depressione (circa il 70%) risponde positivamente ai trattamenti quando la malattia viene individuata per tempo.
U come Umiltà. Chi soffre di depressione non deve vergognarsi a chiedere agli amici aiuto, comprensione e pazienza. Parlare con loro del proprio stato d'animo, delle cure, e trascorrete del tempo in loro compagnia, è sempre salutare. Nessuno può uscirne da solo.
V come Vicinanza e Valorizzazione. Se avete un amico che soffre di depressione, aiutatelo ad organizzarsi nelle sue attività, ma non aspettatevi che possa guarire in pochi giorni. Non accusatelo mai di essere pigro o di fingere di essere malato, non aspettatevi che possa liberarsi da solo della sua malattia con "un po' di buona volontà...". Non cercate di "tirarlo su". Mantenete un atteggiamento e un comportamento positivo ed improntato a delle realistiche speranze.
Z come Zafferano e altri metodi naturali. Sono in corso studi scientifici interessanti sull'uso di prodotti fitoterapici come l'iperico o lo zafferano, efficaci nel regolare la serotonina, e sui benefici derivanti dall'utilizzo di tecniche di respirazione Yoga.
13304136
@Sgrinfia08 Il vocabolario del malessere di SARA FICOCELLI A come Ansia. Ansia e depressione: due termini spesso abusati: è bene...

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24/02/2017 13:27:47
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Sgrinfia08
24/02/2017 ore 13:28
Partecipante

Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
@AbbaZuzzu09 :
Il 50% dei casi si manifesta tra i 15 ed i 19 anni, e si stima che in modo più o meno grave ne sia colpito il 20% degli studenti, ansia e depressione
Parlare di ansia e depressione in età giovanile sembra
quasi una contraddizione in termini. Qual è veramente la
situazione?
Purtroppo non è una contraddizione. Stiamo assistendo ad un
progressivo abbassamento dell’età in cui si manifestano
ansia e depressione. Il 50 per cento dei casi si manifesta tra i 15
ed i 19 anni, e si stima che in modo più o meno grave ne sia
colpito il 20 per cento degli studenti di scuola superiore. La
risposta più facile è l’utilizzo degli psicofarmaci:
la recente autorizzazione dell’authority americana all’utilizzo sui
bambini di un potente antidepressivo è solo la punta
dell’iceberg. Se teniamo conto che la depressione è il
disturbo psichiatrico più diffuso nell’età
adolescenziale, possiamo anche pensare a quali e quanti interessi
siano sulla bilancia.
Quali sono allora le alternative terapeutiche? Si può
curare senza psicofarmaci?
Le strategie terapeutiche per ansia e depressione giovanile sono
parecchie, e non intendo negare la funzione dei farmaci che
però rappresentano la soluzione in casi particolarmente
gravi. L’approccio deve essere principalmente psicoterapico e
comportamental anche se in particolari situazioni il farmaco
è necessario per mettere il ragazzo in una situazione di
relativa tranquillità e intraprendere un percorso
psicoterapico. Ricordiamo che l’ambiente, in particolare la
famiglia e la scuola, possono essere componenti della patogenesi,
cioè possono contribuire a scatenare quell’ansia che vediamo
poi sfociare in attacchi di panico in ragazzi sempre più
giovani. Le famiglie, in particolare, arrivano a negare l’esistenza
stessa del disagio, contribuendo a ritardare e ostacolare
l’intervento terapeutico.
Ma esistono davvero metodi dolci per affrontare questi disagi
psicologici?
Molto spesso si affianca alla psicoterapia un percorso con tecniche
di rilassamento, come il training autogeno, la visualizzazione
creativa, e discipline corporee, come il tai-chi, il massaggio
rilassante e lo yoga. Alcuni colleghi utilizzano anche la
floriterpia, la fitoterapia, insieme all’utilizzo delle terapie
termali. Non dimentichiamo che nella visione olistica della salute,
la persona non è suddivisa in compartimenti stagni: la mente
ed il corpo sono un tutt’uno inscindibile. Per questa ragione
l’integrazione tra diverse discipline contribuisce ad armonizzare
più velocemente la persona aiutandola a recuperare la
propria energia interiore e a superare il disagio attraverso le
proprie risorse.

Il 50% dei casi si manifesta tra i 15 ed i 19 anni, e si stima che in modo più o meno grave ne sia colpito il 20% degli studenti, ansia e depressione
Parlare di ansia e depressione in età giovanile sembra
quasi una contraddizione in termini. Qual è veramente la
situazione?
Purtroppo non è una contraddizione. Stiamo assistendo ad un
progressivo abbassamento dell’età in cui si manifestano
ansia e depressione. Il 50 per cento dei casi si manifesta tra i 15
ed i 19 anni, e si stima che in modo più o meno grave ne sia
colpito il 20 per cento degli studenti di scuola superiore. La
risposta più facile è l’utilizzo degli psicofarmaci:
la recente autorizzazione dell’authority americana all’utilizzo sui
bambini di un potente antidepressivo è solo la punta
dell’iceberg. Se teniamo conto che la depressione è il
disturbo psichiatrico più diffuso nell’età
adolescenziale, possiamo anche pensare a quali e quanti interessi
siano sulla bilancia.
Quali sono allora le alternative terapeutiche? Si può
curare senza psicofarmaci?
Le strategie terapeutiche per ansia e depressione giovanile sono
parecchie, e non intendo negare la funzione dei farmaci che
però rappresentano la soluzione in casi particolarmente
gravi. L’approccio deve essere principalmente psicoterapico e
comportamental anche se in particolari situazioni il farmaco
è necessario per mettere il ragazzo in una situazione di
relativa tranquillità e intraprendere un percorso
psicoterapico. Ricordiamo che l’ambiente, in particolare la
famiglia e la scuola, possono essere componenti della patogenesi,
cioè possono contribuire a scatenare quell’ansia che vediamo
poi sfociare in attacchi di panico in ragazzi sempre più
giovani. Le famiglie, in particolare, arrivano a negare l’esistenza
stessa del disagio, contribuendo a ritardare e ostacolare
l’intervento terapeutico.
Ma esistono davvero metodi dolci per affrontare questi disagi
psicologici?
Molto spesso si affianca alla psicoterapia un percorso con tecniche
di rilassamento, come il training autogeno, la visualizzazione
creativa, e discipline corporee, come il tai-chi, il massaggio
rilassante e lo yoga. Alcuni colleghi utilizzano anche la
floriterpia, la fitoterapia, insieme all’utilizzo delle terapie
termali. Non dimentichiamo che nella visione olistica della salute,
la persona non è suddivisa in compartimenti stagni: la mente
ed il corpo sono un tutt’uno inscindibile. Per questa ragione
l’integrazione tra diverse discipline contribuisce ad armonizzare
più velocemente la persona aiutandola a recuperare la
propria energia interiore e a superare il disagio attraverso le
proprie risorse.

Sgrinfia08
24/02/2017 ore 13:32
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Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
@romana1.RM :



A volte, al solo il pensiero di affrontare la giornata, sento come vetro rotto nella mia anima.

Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
13304143
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24/02/2017 13:32:19
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Sgrinfia08
24/02/2017 ore 13:33
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Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo

13304147
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24/02/2017 13:33:39
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Sgrinfia08
24/02/2017 ore 13:35
Partecipante

Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
@AbbaZuzzu09 :
La depressione è un’epidemia di portata mondiale. Nel 2020 secondo le stime dell’OMS la depressione sarà la più diffusa malattia del pianeta. Personalmente credo che la maggior parte delle depressioni abbiano le sue radici nella solitudine, ma la comunità medica preferisce parlare di depressione piuttosto che di solitudine. È più facile liberarci del problema dando una diagnosi e una scatola di farmaci. Perché se cominciassimo a parlare di solitudine, sapremmo, per certo, che non ci sono farmaci. Non c’è industria medica che tenga, basta l’amore umano.

La depressione è un’epidemia di portata mondiale. Nel 2020 secondo le stime dell’OMS la depressione sarà la più diffusa malattia del pianeta. Personalmente credo che la maggior parte delle depressioni abbiano le sue radici nella solitudine, ma la comunità medica preferisce parlare di depressione piuttosto che di solitudine. È più facile liberarci del problema dando una diagnosi e una scatola di farmaci. Perché se cominciassimo a parlare di solitudine, sapremmo, per certo, che non ci sono farmaci. Non c’è industria medica che tenga, basta l’amore umano.

Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo

13304150
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24/02/2017 13:35:31
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Sgrinfia08
24/02/2017 ore 13:38
Partecipante

Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
@romana1.RM :


La depressione è sentirsi come se avessi perso qualcosa, ma che non hai idea di quando o dove l’hai perso l’ultima volta. Poi un giorno ti rendi conto quello che hai perso è te stesso.
Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
13304153
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24/02/2017 13:39:01
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Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
@Sgrinfia08 :

La sintomatologia della cosiddetta depressione è spesso una prima porta di accesso alla difficoltà che la persona ha di vedere, e successivamente esplorare ed accettare.

La sintomatologia della cosiddetta depressione è spesso una prima porta di accesso alla difficoltà che la persona ha di vedere, e successivamente esplorare ed accettare.
13304155
@Sgrinfia08 : « immagine » La sintomatologia della cosiddetta depressione è spesso una prima porta di accesso alla difficoltà che...

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24/02/2017 13:39:43
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Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
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24/02/2017 13:40:19
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24/02/2017 13:41:24
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24/02/2017 13:43:46
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Sgrinfia08
24/02/2017 ore 13:44
Partecipante

Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
@AbbaZuzzu09 :

La gente pensa che la depressione è la tristezza, il pianto o il vestirsi in nero, ma la gente non sa che la depressione è la costante sensazione di essere intorpidito. Ti svegli la mattina solo per tornare a letto.

La depressione non equivale al dolore; il vero depresso ringrazierebbe il cielo se riuscisse a provare dolore. La depressione è l’incapacità di provare emozioni. La depressione è la sensazione di essere morti mentre il corpo è ancora in vita. Non equivale affatto alla pena e al dolore, con i quali anzi non ha niente in comune. Il depresso è incapace di provare gioia, così come è incapace di provare dolore. La depressione è l’assenza di ogni tipo di emozione, è un senso di morte che per il depresso è assolutamente insostenibile. È proprio l’incapacità a provare emozioni che rende la depressione così pesante da sopportare.
Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
13304165
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24/02/2017 13:45:17
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Sgrinfia08
24/02/2017 ore 13:47
Partecipante

Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
@romana1.RM :


Depressione è non avere voglia di niente, non desiderare niente, essere incapace di provare piacere e soddisfazione. Una sofferenza morale senza fine.
Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
13304171
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24/02/2017 13:48:40
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Sgrinfia08
24/02/2017 ore 13:54
Partecipante

Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
@romana1.RM :


La depressione è una prigione dove siete sia il prigioniero della sofferenza che il carceriere crudele.

A volte si desidera scomparire, ma tutto quello che si vuole veramente è essere trovato.

L’unico modo per evitare di essere depressi è non avere abbastanza tempo libero per domandarsi se se si è felici o no.
Sgrinfia08
24/02/2017 ore 14:03
Partecipante

RE: Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo

Soffrire di depressione vuol dire non desiderare più nulla, non avere la forza di cambiare. Ci sentiamo soli anche in mezzo agli altri, che spesso non comprendono la nostra sofferenza. Siamo incapaci di amare e nello stesso tempo abbiamo un disperato bisogno di affetto.
Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
@romana1.RM : @Sgrinfia08 :
La mia depressione è conclamata, congenita, indotta, cronica. Ciononostante sono una depressa molto attiva, esco, sbrigo faccende in casa e fuori, non mi tiro mai indietro
e mi dò da fare senza sosta.
Anche in questo non sono "normale...." :hihi Rido, scherzo, soffro, provo felicità e ho tanti desideri e molti riesco a realizzarli. Una pillolina al dì più goccette di ansiolitico e tlà, la tengo a bada quella brutta bestia! Diciamo che con la mia depressione ci convivo....ma la "tradisco" quotidianamente con la Signora "Gioia di Vivere"!!!! :picche :assy :dito3
La mia depressione è conclamata, congenita, indotta, cronica. Ciononostante sono una depressa molto attiva, esco, sbrigo faccende in casa e fuori, non mi tiro mai indietro
e mi dò da fare senza sosta.
Anche in questo non sono "normale...." :hihi Rido, scherzo, soffro, provo felicità e ho tanti desideri e molti riesco a realizzarli. Una pillolina al dì più goccette di ansiolitico e tlà, la tengo a bada quella brutta bestia! Diciamo che con la mia depressione ci convivo....ma la "tradisco" quotidianamente con la Signora "Gioia di Vivere"!!!! :picche :assy :dito3
13304208
@romana1.RM : @Sgrinfia08 : La mia depressione è conclamata, congenita, indotta, cronica. Ciononostante sono una depressa molto...

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24/02/2017 14:06:08
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Sgrinfia08
24/02/2017 ore 14:09
Partecipante

Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
@romana1.RM

La depressione può dissolversi spontaneamente da un momento all’altro. Un bel giorno si va a letto la sera depressi e disperati e al mattino ci si sveglia cambiati: si sta bene di nuovo, la depressione ci ha lasciati. Non sappiamo il perché, ma accade. È un altro degli aspetti caratteristici di questa malattia dal decorso capriccioso e imprevedibile.

Penso ai miei matti, penso ai depressi e li vedo in quel lento spegnersi dentro il dolore, in quel loro desiderio di annullamento e di morte, nella colpa dell’esistere come se fossero incapaci di essere utili e provassero solo il dolore nell’ostacolare gli altri. Li rivedo nel momento in cui cade quel velo e cominciano a rivedere il sole, a sentire ancora l’aria che muovendosi mormora parole segrete e piene di speranza. Li vedo sentire la forza di vivere e la voglia di correre per gustare oltre il baratro della depressione ancora il movimento e i sentimenti.
Sgrinfia08
24/02/2017 ore 14:12
Partecipante

Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
@AbbaZuzzu09 scrive:
La mia depressione è conclamata, congenita, indotta, cronica. Ciononostante sono una depressa molto attiva, esco, sbrigo faccende in casa e fuori, non mi tiro mai indietro
e mi dò da fare senza sosta.
Anche in questo non sono "normale...." Rido, scherzo, soffro, provo felicità e ho tanti desideri e molti riesco a realizzarli. Una pillolina al dì più goccette di ansiolitico e tlà, la tengo a bada quella brutta bestia! Diciamo che con la mia depressione ci convivo....ma la "tradisco" quotidianamente con la Signora "Gioia di Vivere"!!!!
GRANDE ABBAAAA MAI MOLLARE ... ABBIAMO TANTA FORZA E SOPRATUTTO VOGLIA DI VIVERE..MAI ARRENDERSI CARAAAA DAJEEEEE TUTTAAAA ..UN ABBRACCIO
Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
13304239
@Sgrinfia08 scrive: la depressione ci ha lasciati Ma che se ne andasse a fare in c... :assy

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24/02/2017 14:13:15
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Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
@Sgrinfia08 : :-* :-* :-* :rosa
13304241
@Sgrinfia08 : :-* :-* :-* :rosa

Risposta
24/02/2017 14:14:20
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Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
@AbbaZuzzu09 : :batalove brava tu sei una grande donna :cuore
13304244
@AbbaZuzzu09 : :batalove brava tu sei una grande donna :cuore

Risposta
24/02/2017 14:15:42
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Depressione in aumento: colpite 322 milioni di persone nel mondo
ph13304272
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